Cronaca

Referendum costituzionale, il comitato per il no raccoglie 279 firme nell'Oglio Po

Il dato è riferito alla zona mantovana. Soddisfazione dei membri: "Abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo".

SABBIONETA – “Come comitato per il no alla riforma costituzionale della zona Oglio Po abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo arrivando ad un buon numero di firme raccolte sui tre quesiti referendari”. Inizia così il comunicato del Comitato per il No della zona mantovana dell’Oglio Po, che ha tra i primi firmatari il sindaco di Sabbioneta Aldo Vincenzi. Questi i risultati elencati nella nota diffusa alla stampa: “Sulla richiesta del referendum oppositivo alle modifiche costituzionali, 279 firme; relativamente alla richiesta di referendum su legge elettorale Italicum abrogazione capolista e abrogazione premio di maggioranza 281 firme. Un risultato pienamente soddisfacente, frutto soprattutto dei banchetti e del contatto diretto con la cittadinanza”, spiegano dal comitato. “Anche le diverse serate informative fatte in diversi comuni del territorio e incentrate sul no alla riforma costituzionale non sono andate male. Partecipati sono stati soprattutto gli incontri con Pancho Pardi e Giorgio Cremaschi a Sabbioneta e con Alfredo D’Attorre a Viadana. Chiusa questa prima fase ci stiamo giĂ  muovendo per la seconda fase, che ci vedrĂ  impegnati in una serie di iniziative anche nel corso dell’estate e con dei banchetti sui mercati del territorio per continuare a sensibilizzare la popolazione sulle nefaste modifiche della Costituzione. Siamo inoltre impegnati ad organizzare, nel mese di settembre una serie di incontri con avvocati, magistrati, giornalisti e sindacalisti che ci chiariranno i limiti e i difetti di questa riforma costituzionale”.

“GiĂ  oggi – prosegue il comunicato -, grazie alle mani libere dei governi, si è prodotto un sostanziale processo decostituente in materia di lavoro e di diritti sociali, con l’abbattimento di quell’ultima garanzia della stabilitĂ  dei rapporti di lavoro che era l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e con il venir meno della gratuità della sanitĂ  pubblica e la monetizzazione di farmaci e visite che pesa soprattutto sui poveri, al punto che ben 11 milioni di persone nel 2015 hanno dovuto rinunciare alle cure. La nuova Costituzione rende ancor piĂą libera da limiti e vincoli questa “governabilità”, interamente a spese dei ceti piĂą deboli. Si capisce allora come dall’esito del referendum oppositivo che si dovrebbe svolgere nel mese di ottobre dipenderĂ  il futuro della nostra democrazia: la conservazione, almeno sul piano normativo, del suo carattere parlamentare e la domanda popolare di una svolta diretta a restaurarlo, oppure la legittimazione e lo sviluppo dell’attuale deriva anti-parlamentare; la riaffermazione della sovranitĂ  popolare, oppure la consegna del sistema politico alla sovranitĂ  anonima e irresponsabile dei mercati”.

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