Cultura

Paesaggi rubati:
“chiusa una mostra
che… continua”

http://www.youtube.com/watch?v=_N2ttsiEQR8

Il video realizzato per la mostra da Pierluigi Bonfatti Sabbioni

Inaugurata a fine ottobre, a pochi giorni dall’inizio della fiera patronale di San Carlo, la mostra “Il paesaggio che mi fu rubato” ha chiuso i battenti domenica, con la proiezione delle fotografie scattate dai visitatori di un’esposizione che, “nell’arco di poche settimane, ha arricchito di molteplici stimoli e proposte la vita del Museo Diotti”, fanno sapere gli organizzatori.

“l messaggio della mostra è stato accolto molto positivamente, a giudicare dai riscontri pervenuti e dal forte coinvolgimento dei visitatori. Molti ne sono usciti con una sensazione di tristezza per l’evidenza di quanto il nostro territorio ha già sofferto in termini di spreco di suolo, di stravolgimento dell’agricoltura e della viabilità, di cementificazione selvaggia, di degrado e abbandono. Alla bellezza di alcuni paesaggi d’acqua e di terra in cui non possiamo non riconoscere un forte patrimonio identitario si contrappongono infatti in mostra una serie di fotografie che documentano una ‘sottrazione’ di bellezza e impongono una presa di coscienza individuale e collettiva sull’importanza di determinate scelte e delle loro conseguenze”.

Oltre alle testimonianze di Valter Rosa, autore del catalogo, e di Pierluigi Bonfatti Sabbioni, che ha realizzato il video che accompagna l’esposizione, il Museo ha raccolto le testimonianze di vari enti ed associazioni che condividono questa consapevolezza: Maria Grazia Bonfante del Forum Salviamo il paesaggio ha tenuto una disincantata relazione sul non felice primato che la provincia di Cremona detiene quanto a numero di impianti a biogas; Antonio Bozzetti della LIPU di Cremona ha mostrato come la devastazione di determinati ambienti non è preoccupante solo per la salvaguardia degli uccelli, ma delle persone e della vita in generale; lo Slow Food Oglio Po ha mostrato come una produzione agroalimentare di qualità, rispettosa dell’ambiente e della tradizione, costituisca una sicura ricchezza per il palato, per la salute, per il turismo.

“D’altra parte – continuano gli organizzatori -, la mostra si è arricchita anche del pensiero di alcuni maestri: dalla figura di Emilio Sereni, autorevole studioso del paesaggio agrario italiano, la cui opera è stata presentata da Gabriella Bonini dell’Istituto Cervi di Gattatico, a quella di Umberto Chiarini, il cui forte messaggio ambientalista continua a vivere nell’attività dell’Associazione Persona-Ambiente. Il Museo ha accolto con piacere, nell’ambito della mostra, gli insegnanti e le classi vincitrici del Premio a lui dedicato, ravvisando una notevole sintonia d’intenti con l’Associazione e la stessa convinzione dell’importanza di affiancare la scuola nell’impresa educativa”.

Anche sul fronte scolastico la mostra è stata un successo: “Per l’adesione di molti docenti al momento formativo rivolto appositamente a loro e per la successiva partecipazione da parte delle scolaresche, dalla Primaria alle Superiori. E’ significativo che, al di là della visita alla mostra, molte di queste classi stiano svolgendo in aula dei percorsi interdisciplinari di approfondimento sul tema del paesaggio: alcuni di questi sono stati documentati dalle fotografie degli studenti pervenute al Museo”.

Sul fronte dell’interazione coi visitatori, che hanno fotografato i “paesaggi rubati” vi è un’interessante novità: “La raccolta delle istantanee non finisce qui: in collaborazione con il GAL Oglio Po, nell’ambito del progetto transnazionale LANDsARE per la valorizzazione del paesaggio, cercheremo infatti di dar vita, a partire da queste immagini, ad una banca dati strutturata. Insomma, ci piace l’idea di chiudere una mostra pensando che… continua”.

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