Cronaca

“Paghi affitto per
dieci metri ma puoi
coltivarne otto”

CASALMAGGIORE – “Paghi l’affitto per una superficie di dieci metri ma ne puoi coltivare solamente otto”. La discrepanza sta sollevando agitazione e malumore tra gli agricoltori casalaschi, dopo la decisione del sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni di togliere loro una porzione di terreno allo scopo di salvaguardare i fossi e i canali di scolo. Un’ordinanza emanata il 27 settembre scorso e inserita nel regolamento di manutenzione e pulizia fossi, taglio rami e siepi sporgenti su strade comunali. Regole attinenti al codice civile vigente che si rifà oltretutto al solito “regio decreto” in vigore  da una settantina di anni. Eppure ha cominciato ad agitare la categoria agricola solo nei giorni scorsi, appoggiata da diverse autorità politiche le quali sostengono addirittura trattarsi di un provvedimento  inedito, per non dire una coercizione unica nel suo genere su tutto il territorio nazionale. Il punto incriminato dell’ordinanza composta da 18 punti è per l’esattezza l’articolo n. 7 dove si legge “è vietata la coltivazione dei terreni per metri due dal bordo delle pareti dei canali e fossi dalle sedi stradali, pertanto è fatto obbligo ai frontisti delle strade comunali e vicinali di uso pubblico, di non lavorare i loro fondi sul lembo delle strade e manovrare il trattore al di fuori dell’area destinata alla viabilità”.

Da qui le lamentele e la polemiche dei vari lavoratori della terra davanti ad un provvedimento che toglie loro una bella fetta di fondo pur dovendo pagarne l’affitto e sostenere le altre spese per intero. Per contro si sostiene che tale limitazione c’è sempre stata aggiungendo che i vari Consorzi di Bonifica addirittura di metri vietati alla coltivazione ne avrebbero imposti ben quattro anziché due come deciso  dal Comune di Casalmaggiore. Tutto nasce dal cambiamento del sistema climatico con le sue periodiche alluvioni e allagamenti. L’accusa rivolta agli agricoltori è quella di non provvedere, in linea di massima, alla pulizia dei fossi con situazioni di pericolo su strade comunali come è capitato anche recentemente costringendo cosi l’Amministrazione pubblica ad intervenire direttamente. I due metri di terreno libero da coltivazioni e colture vengono richiesti quindi per consentire il passaggio e l’ingresso dei mezzi d’intervento oltre a evitare che le rive dei fossi possano franare riempiendo la cavità interna con terra, foglie e rami. Caso chiuso quindi? Niente affatto considerando che le categorie sindacali hanno chiesto un incontro col sindaco Filippo Bongiovanni per trovare un accordo sulla dibattuta questione. Ultimo particolare, la violazione a tale ordinanza prevede una sanzione amministrativa compresa tra i 25 e i 500 euro.

Rosario Pisani

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